Un brusco risveglio ci riporta penosamente alla consapevolezza di vivere in un territorio fragile caratterizzato da fenomeni sismici, dissesti idrogeologici, gravi erosioni marine, ecc..
Ed ogni volta che si verifica una disgrazia, come quella che questa notte ha colpito il centro Italia, incominciamo a piangerci addosso. E conseguentemente appare evidente la domanda: perché non ci siamo organizzati per impedire o quanto meno mitigare le conseguenze di queste calamità? Perché siamo costretti a continuare a contare morti, feriti, crolli di edifici storici, abitativi ed addirittura di edifici pubblici di primaria importanza quali ospedali, scuole, caserme, ecc..?
Alle ore 03,36 del 24 agosto gli aghi dei sismografi hanno registrato una forte scossa di magnitudo 6.0 con epicentro tra le province di Rieti e Ascoli Piceno seguita da altri numerosi eventi tra cui il più forte di magnitudo 5,4 è stato avvertito alle 04,33 a Norcia; scosse percepite da Rimini a Napoli.
Mi sono svegliato al cigolio sinistro delle porte e dalle inquietanti oscillazioni dei lampadari, ed abito Roma a circa 150 Km. dall’epicentro del sisma, e subito il mio pensiero è andato alle popolazioni ed alle loro sofferenze.
Morte, devastazione, crolli di infrastrutture, strade, frane, ecc., un copione tristemente noto che ci riporta a Gibellina, al Friuli, all’Irpinia, all’Aquila, all’Emilia, in un lungo elenco di disperazione al quale cosa risponderà lo Stato?
Puntellerà quello che è rimasto degli edifici, monterà tende da campo, inizierà e non terminerà l’iter della ricostruzione con il sospetto di infiltrazioni mafiose o camorristiche?
Continuerà a contare ed a pubblicare i nomi dei morti che si sarebbero potuti salvare se lo Stato avesse da tempo messo in moto la “macchina” della prevenzione e messa in sicurezza?
Appurato che è sempre meglio prevenire che curare appare sempre più necessario che, sia per la vita umana che per la conservazione dei nostri beni, venga dallo Stato adottata la più grande opera pubblica rappresentata dalla messa in sicurezza del patrimonio edilizio e del territorio.
Sveglia Governo !
E’ indispensabile non agire dopo che avvengano le calamità ma dare vita ad un piano ambizioso di messa in sicurezza che durerà molti anni e che in costanza dell’applicazione delle norme antisismiche e di agevolazioni alla proprietà di quelle abitazioni costruite prima dell’adozione delle norme antisismiche, ci permetterà di raggiungere quei risultati che altre nazioni come il Giappone hanno da anni già conseguito.
Sicurezza ed efficentemento energetico debbono, quindi, costituire il nostro domani, la nuova economia del Paese. |