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La Messa in Sicurezza PDF Stampa E-mail
Scritto da Uria admin   

Il Presidente

La Messa in sicurezza

Mettere in sicurezza il territorio ed il patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato, è insindacabilmente la più urgente “Grande Opera” che il Paese deve affrontare. E su questo, altrettanto insindacabilmente, tutti dovrebbero essere d’accordo, prima che nuovi avvenimenti calamitosi ci feriscano dolorosamente.

Appare evidente la necessità di individuare un percorso univoco, in grado di relegare la gestione in emergenza di questi eventi solo a episodi eclatanti e inattesi, pianificando interventi sostanziali sul territorio in grado di prevenire al meglio quegli episodi calamitosi che ci  colpiscono ormai con cadenza puntuale.

Messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio sono dunque i temi attorno ai quali deve essere costituto un Tavolo Tecnico in cui le professionalità competenti in materia di pianificazione territoriale, urbanistica, ambientale elaborino, partendo dalla ingente mole di dati a disposizione, un piano nazionale organico, omogeneo e straordinario di manutenzione del territorio.

 

 

Vista la grave situazione della pianificazione territoriale, costellata da plateali errori commessi in decenni di gestione amministrativa inadeguata, il piano dovrà assolutamente contemplare interventi sul breve, medio e lungo termine. Innanzitutto, al fine di fronteggiare le emergenze e le criticità connesse dalle perturbazioni precipue di questo periodo dell’anno; secondariamente allo scopo di affrontare, gestire, limitare i danni dovuti alla cementificazione, al consumo del suolo, all’abusivismo, ad un parco edilizio edificato per buona parte prima degli anni ’70 - pertanto non conforme alle prime leggi antisismiche - e ad un retrofit energetico del patrimonio immobiliare.

In tale quadro è necessario tenere presente la basilare necessità di una lotta comune al cambiamento climatico, sfida, peraltro, che si è posta la Conferenza di Parigi del passato mese di dicembre durante la quale  si è definito un accordo internazionale sul clima che limita il riscaldamento globale sotto i 2°C.

Gli interventi che per il vero le nostre Amministrazione dovrebbero assumere nei tempi brevi devono essere, pertanto, sostanziali e coraggiosi: le mezze misure adottate fino ad oggi hanno dimostrato di essere valide solo a ridosso dell’impatto di un evento straordinario, ma non di ridurne gli effetti ovvero di scongiurare le emergenze.

Rimandare interventi simili – salvo pianificare grandi opere infrastrutturali nel Paese – è la colpevole declinazione di una politica sconsiderata incapace di cogliere la duplice opportunità di generare indotto garantendo sicurezza alla propria cittadinanza.

Si evidenzia, inoltre, come un abbattimento fiscale unitamente ad una riduzione dei contributi sociali, al fine di favorire interventi concreti e reali sul territorio finalizzati alla tutela della sicurezza, comporterebbe un conseguente allargamento della base imponibile dovuto al rilancio economico e un relativo maggiore gettito anche per le casse dell’erario.

Tutti gli indicatori evidenziati dalle realtà di analisi economica e statistica rilevano che, grazie alle leve fin qui adottate, esistono dei piccoli, fragili segnali di ripresa. Coglierli è la differenza che può realizzare il futuro  anche per il territorio italiano o meno. In questo senso, l’importanza della riqualificazione e messa in sicurezza appare, non solo una concreta opportunità di crescita  e volano per il rilancio del Paese e dell’occupazione, ma anche una garanzia per costruire un Paese nuovo, moderno, sicuro.

 

 

Giancarlo Sapio

 

 

 

 

Febbraio 2016