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LA STORIA DELL’U.R.I.A. DALL’UNITA’ D’ITALIA AI GIORNI NOSTRI

di Giovanni Paolo Tesei

-1- Il primo sodalizio

La prima memoria dell’U.R.I.A., Unione Romana Ingegneri ed Architetti, risale al 1871, all’in-domani dell’unificazione di Roma al Regno d’Italia. I primi, difficili anni di Roma Capitale coincisero con i primi anni di vita dell’Associazione, la quale prese parte attiva al dibattito sui programmi per lo sviluppo edilizio ed urbanistico della città. La Roma pontificia era economicamente e culturalmente molto arretrata rispetto ad altre città italiane (soprattutto del settentrione) ed era scarsamente abitata. Nel 1870 la popolazione era di circa 226.000 abitanti, poco più di quelli di Torino o di Milano o di Palermo, la metà di quelli di Napoli. La città era rimasta pressoché immutata negli ultimi due secoli e gran parte del territorio racchiuso dalle mura (circa i due terzi) era aperta campagna, con vigne, orti e prati tenuti a pascolo, dove sorgevano maestosi i ruderi dell’antichità.

La presa di Roma da parte dell’Esercito Piemontese, avvenuta il 20 settembre 1870, segnò la fine del dominio papale e subito s’iniziò a pensare ad un serio programma di riammodernamento della città, la quale, entro breve tempo avrebbe assunto l’importante ruolo di Capitale del Regno.

Fu Quintino Sella, politico colto ed economista insigne, allora Ministro delle Finanze, a suggerire l’istituzione di uno speciale organismo tecnico, formato da valenti professionisti, cui affidare il compito di formulare dei progetti per l’abbellimento e il rinnovamento della città.

 

Il 23 settembre 1870 s’insediò la Giunta di Governo composta di 18 membri e presieduta da Michelangelo Caetani, Duca di Sermoneta. Una settimana più tardi la Giunta approvò la seguente delibera: “E’ istituita una commissione di Architetti-Ingegneri la quale si occupi dei problemi di ampliazione e abbellimenti della città per poi sottoporli all’approvazione della Giunta Municipale.

Sua prima cura sarà di studiare i progetti più urgenti di ampliazione. La commissione è composta dai signori Camporesi, Vespignani, Fontana, Bianchi, Jannetti, Carnevali, Viviani, Partini, Trevellini, Cipolla, Mercandetti”.

Un mese dopo la Commissione fornì le prime indicazioni di massima sulla futura espansione di Roma, sull’ampliamento della rete viaria urbana, sulla riqualificazione diincontro dell'Uria con Papa Paolo VIalcune parti della città vecchia. A questa prima Commissione, scioltasi qualche mese dopo, ne seguirono altre due, incaricate di “esaminare i piani di ingrandimento e di abbellimento della Città di Roma e di proporre il Piano Regolatore definitivo della città”.

Tra i membri di queste commissioni figuravano celebri Ingegneri e Architetti di quell’epoca e alcuni di loro, in quello stesso periodo, aderirono ad un nuovo sodalizio culturale denominato “Circolo Tecnico d’Ingegneri, Architetti ed Agronomi”, che nacque per iniziativa del Commendatore Ing. Alessandro Betocchi e che venne presieduto dal Principe Ing. Don Emanuele Ruspoli. La nascita ufficiale del sodalizio avvenne il 1° gennaio 1871; i soci erano tenuti al pagamento di 10 lire come quota d’iscrizione e di 3 lire per le quote mensili. La sede del Circolo, offerta dal Ministro della Pubblica Istruzione, era presso il palazzo del Collegio Romano.

Nel 1876 il “Circolo” divenne “Collegio” e nel 1877, in seguito alla fondazione da parte degli Agronomi di una loro Associazione, il sodalizio fu chiamato “Collegio degli Ingegneri ed Architetti in Roma”. Iniziò in quegli anni la pubblicazione di un periodico dell’Associazione che era suddiviso in due parti: il “Bollettino”, contenente notizie strettamente legate alla vita sociale e gli “Atti”, in cui erano pubblicati articoli e saggi di carattere tecnico e scientifico.

Tra i soci del Collegio vi erano professionisti di grande prestigio, tra i quali vale la pena ricordare: Francesco Vespignani, Andrea Busiri Vici, Guglielmo Calderini, Giuseppe Sacconi, Gaetano Koch, Pio Piacentini, Raffaele Ojetti, Ernesto Basile, Luca Carimini, Antonio Sarti, Mario Moretti, Francesco Azzurri.

Facevano parte del sodalizio, come soci aderenti od onorari, anche alcuni personaggi di spicco del mondo politico, culturale e scientifico dell’epoca, come Alfredo Baccarini, ingegnere, patriota e valoroso combattente nel 1848, che fu Ministro dei Lavori Pubblici del Regno; Alessandro Cialdi, ufficiale della Marina Pontificia, membro della Compagnia del Canale di Suez, famoso per le sue esplorazioni sul Nilo e per il viaggio che compì dall’Italia a Londra attraverso i canali e i fiumi francesi; Marco Ceselli, ingegnere, esperto di idraulica e di mineralogia, autore di numerosi studi sulle acque e sulle bonifiche.